Neorealismo e dintorni

La trama: in un piccolo paese dell'Abruzzo si danno appuntamento ogni anno uomini esperti nella caccia al lupo; è già inverno e i lupi affamati si avvicinano al paese, minacciando greggi e uomini; il premio per ciascun lupo ucciso è di ventimila lire, venticinque se è una femmina. Arriva Giovanni con la bella moglie Teresa e il figlio; spera di catturarne un esemplare vivo per venderlo ad un giardino zoologico. C'è anche Ricuccio, il suo aiutante, che si spaccia per "luparo" ma è in realtà uno sbruffone più che altro interessato a conquistare le ragazze. La discesa dai monti di un branco di lupi e la morte di Giovanni porterà Ricuccio a rivolgere le proprie attenzioni verso Teresa; ma la donna accetterà di sposarlo soltanto dopo che questi dimostrerà di non correre più dietro ad ogni ragazza, in altre parole di esser diventato un uomo maturo.

Il film si inserisce nella stagione del Neorealimo, ormai al crepuscolo, a cui Giuseppe De Santis  contribuisce attraverso un’analisi rigorosa della società e con una presa diretta della realtà umana, coinvolgendo nelle riprese gente del luogo, contadini e pastori di Scanno e Pescasseroli. Uomini e lupi è stato definito un film fuori dal tempo; l’ambiente aspro e difficile di un povero paese della montagna abruzzese, la neve e l’ansia della popolazione per la presenza dei lupi, che costituivano un pericolo per le greggi, rappresentano il contesto in cui era collocata la figura del luparo, anch’egli affamato come i lupi che cacciava, attratto dalle taglie poste su ogni capo ucciso. La lavorazione del film risentì delle eccezionali condizioni atmosferiche di quell’inverno, nel 1956, ancor oggi ricordato in tutto l'Abruzzo di montagna, per le eccezionali nevicate che resero le riprese molto più difficoltose e complicate, ma che contribuirono a immergere la storia in un luogo e in un tempo surreale.

L’impostazione che il regista intendeva dare al film risentì dei contrasti emersi con la produzione Titanus, che impose alla pellicola un taglio di circa diciotto minuti, per renderla più commerciale. Come dichiarò lo stesso De Santis [16]:"A film ultimato, volle impormi (Goffredo Lombardo, fondatore della società cinematografica Titanus, n.d.r.) di tagliarlo abbondantemente perché si era fissato di ridurlo a pellicola di azione, tipo western, mentre io, pur non discostandomi troppo da uno schema western, avevo badato a dargli un’articolazione psicologica, concedergli certe pause e certi spazi che certo non sono tipici del prodotto d’azione. Così scoppiò il grosso contrasto tra me e la Titanus e io, a quel punto, dissi: «Volete fare così? Benissimo. Eccovi il film, tagliatevelo, montatevelo e riunitelo da soli come meglio credete. Però non lo riconosco per mio». E così feci".

Uomini e lupi (1956)

Regia: Giuseppe De Santis

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