Neorealismo e dintorni

Uomini senza domani  (1946)

Regia: Gianni Vernuccio

 

Un film neorealista dimenticato? Di Uomini senza domani esiste pochissima documentazione; non č reperibile nč la trama nč alcuna recensione.

Qualche notizia su questo film si puņ desumere da una intervista di Sergio Toffetti a Gianni Vernuccio, riportata in [36]. In questa intervista il regista parlando della sua attivitą presso l'Istituto Luce, ove viene assunto nel 1940, accenna alla realizzazione di alcuni documentari, dei quali uno sul Circo Togni. Dopo l'8 settembre, egli racconta, "...vado a rifugiarmi proprio al Circo Togni, presso gli unici amici che avevo, e dove per contraccambiare l'ospitalitą del vecchio Togni mi offro di fare il domatore, visto che il domatore ufficiale ogni settimana doveva assentarsi per un paio di giorni per andare a cercare asini o cavalli morti da dare in pasto ai leoni.... Nel cinema torno nel 1945 con i fratelli Donato di Milano. Avevamo fatto una specie di cooperativa per realizzare un film sempre sul circo, Uomini senza domani, un film neorealista. Io ero il regista, Massimo Dallamano l'operatore e i Donato misero a disposizione i laboratori di sviluppo e stampa che avevano a Milano. Quando cominciamo a girare c'era ancora il fascismo... 

Terminato nel 1946 e presentato alla commissione di censura, con grande sorpresa di tutti, viene selezionato per Venezia. In quel periodo infatti potevano partecipare a Venezia soltanto quattro film italiani. La commissione era indecisa tra La figlia del capitano di Camerini e Furia di Alessandrini; poi quando ha visto Uomini senza domani ha scelto me.

Con tutto ciņ, Uomini senza domani č stato un film sfortunato, molto mal distribuito da Maggi, lo hanno visto davvero in pochi...".

 

 

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