Neorealismo e dintorni

Manifesti 50x70

Questo formato era tipico dei manifesti durante il periodo fascista.

 

 

 

Foto 30x40

Ossessione (1943)

Regia: Luchino Visconti

La trama: la storia si svolge nel ferrarese, nella bassa padana. Gino, un giovane senza lavoro, giunge presso l'osteria del paese e viene assunto dal vecchio proprietario. Tra Gino e la moglie del padrone, Giovanna, nasce presto una relazione; ma Giovanna non vuole, per convenienza, abbandonare il marito e Gino decide di andar via, ad Ancona, dove cerca di rifarsi una nuova vita con un nuovo amico, lo Spagnolo. Un giorno, casualmente, Gino incontra Giovanna e il marito e, invitato a  ritornare al vecchio lavoro, accetta. Tra i due amanti si riaccende la passione e sulla via del ritorno, simulando un incidente, uccidono il marito. La vita con Giovanna è turbata dall'ossessione del delitto; lo Spagnolo, giunto all'osteria in cerca di Gino, dopo un litigio lo denuncia alla polizia quale autore del delitto; i due amanti, ricercati dalla polizia, fuggono in auto, ma in un incidente Giovanna muore e Gino viene arrestato.

 

In Ossessione, primo film che affronta nelle vesti di regista, Visconti manifesta alcune predisposizioni naturali a raccontare in modo innovativo personaggi e storie prese dalla vita di tutti i giorni; come scriverà lo stesso Visconti sulla rivista Cinema nel settembre 1943: "Al cinema mi ha portato sopratutto l'impegno di raccontare storie di uomini vivi nelle cose, non le cose per sé stesse... Di tutti i compiti che mi spettano come regista, quello che più mi appassiona è dunque il lavoro con gli attori; materiale umano con il quale si costruiscono questi uomini nuovi che, chiamati a viverla, generano una nuova realtà, la realtà dell'arte". Questa attenzione all'umanità che lavora, che soffre, che cerca di riscattare le sue origini è l'elemento innovativo, un modo diverso di guardare alla realtà attraverso il cinema, anticipatore della poetica Neorealista.

A ciò Visconti aggiungerà la sua sensibilità di artista e il suo modo di intendere la vita come qualcosa di avventuroso, lontano dalla quotidianità piccolo borghese; i suoi personaggi sono, per così dire, eccessivi, gli amori violenti, sovente è rappresentata la diversità che in questo caso riguarda la figura dello Spagnolo, velatamente omosessuale.

Antonio Pietrangeli [22] trova in questo film un paesaggio fatto di strade "...su cui le automobili e gli uomini fittamente corrono, e dove un distributore di benzina può essere un orizzonte e una meta per tanta gente, e un’osteria fuori mano, una bettola, contenere l’inferno e il paradiso per il popolo.... venditori ambulanti e meccanici, prostitute e commessi di trattoria danno vita naturale alle innocenti esuberanze popolari, alle generosità improvvise e inestimabili del popolo, agli impulsi ossessivi dei violenti amori proletari, dei furori semplici e dei disastri della carne. Tutta un’umanità spoglia, scarna, avida, sensuale e accanita, fatta così dalla quotidiana lotta per l’esistenza e per la soddisfazione di istinti irrefrenabili. Una umanità che scatta a molla nell’azione, senza il mediato correttivo del pensiero, ma con quella spinta irruenta per cui desiderare e prendere costituiscono un unico atto spontaneo, al di qua del bene e del male. Creature semplici e senza colpa, anche nell’alone del male, della passione, del tradimento e del delitto, nel film una pietà giusta le avvolge e le protegge dall’alto e riscatta le loro colpe disperate".