Regista e attore teatrale e
cinematografico, nasce a Sora il 7 luglio 1901. Grande autore del cinema
italiano fu anche interprete di spiccata personalità e presenza scenica. Dotato
di una capacità istintiva nel cogliere il lato amabile e ironico, come quello
malinconico e a volte tragico, della realtà quotidiana, De Sica possedette la
rara capacità di sdoppiarsi dapprima tra il teatro e il cinema, e poi tra una
carriera di attore, versatile e adattabile, e di regista cinematografico; nei
suoi film emerge una sensibilità straordinaria nel saper trasferire
l'osservazione minuta della realtà nelle maglie di racconti strutturati su un
sentimento di forte solidarietà umana. Apparso come attore in quasi duecento
film, seppe realizzare, anche in quelli di minore qualità, una perfetta
combinazione tra eleganza gestuale e vocale e un suo personale tratto
istrionico. Valorizzato da Mario Camerini, a partire da Gli uomini che
mascalzoni...(1932)... da questo regista De Sica acquisì i fondamenti
dell'arte e della tecnica cinematografica che seppe fare suoi raffinandoli con
profonda sensibilità e spessore umano. Si inserì autorevolmente nella storia del
cinema con Sciuscià (1946) e Ladri di biciclette
(1948), entrambi premiati con l'Oscar come migliori film stranieri
rispettivamente nel 1948 e 1950, rivelando con lucida partecipazione l'amara
realtà postbellica di un Paese materialmente e moralmente dilaniato. Grazie
anche al contributo determinante dello scrittore e sceneggiatore Cesare
Zavattini, che lavorò con lui in quasi tutti i suoi film, De Sica raggiunse la
massima maturità artistica ed espressiva negli anni quaranta quando contribuì in
maniera determinante alla nascita di una nuova cultura cinematografica, il
Neorealismo "
([3],
a cura di Bruno Roberti e Nicoletta Ballati). |