Roma violenta
Alla
fine degli anni ’60, inizi ’70, il cinema “poliziesco” che negli anni
precedenti aveva saputo coniugare una particolare miscela tra questo
genere e tematiche d’impegno sociale e politico (Francesco Rosi, Damiano
Damiani, Elio Petri, ecc.), si trasforma, raccontando come il processo di
evoluzione sociale ed economica abbia fatto salire il tasso di violenza
urbana e sociale. E’ l’Italia violenta, l’Italia che spara, l’Italia che
assiste sgomenta al disgregarsi del tessuto sociale quella raccontata
dai nuovi film popolari, che tentano di mostrare anche il senso di
perdita di qualsiasi valore di riferimento. Sono le grandi città i
luoghi in cui questo nuovo fenomeno si mostra; le grandi città con le
periferie ghetto, corpi estranei in cui si perde il senso della
solidarietà e il rispetto per gli altri, con la delinquenza dedita a
traffici illeciti alla ricerca di un arricchimento facile, ma anche con
una classe sociale nuova, arricchita, ma senza regole morali o civili,
con una violenza che talvolta assume i connotati di “lotta politica”; e
anche Roma è una grande città!
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