Neorealismo e dintorni

 

Foto concessa da Sacwebphoto

 

 

Estratto da [25]:" E’ probabilmente l’unico film italiano a indagare e mostrare senza ipocrisie la realtà di una prostituzione diffusa, certamente generata dalla miseria ma anche alimentata dalla spregiudicatezza delle truppe di occupazione, di colore e non. A differenza di quel che accade nei lavori improntati al neorealismo “marxista” qui le responsabilità rimangono però sempre individuali e la polizia è guardata con occhio benevolo. Lo stesso protagonista è un ex poliziotto che attende di essere reintegrato nelle proprie funzioni e che si sacrifica per il bene di sua figlia. Al contrario i malviventi sono tali per scelta e per avidità; spesso hanno anche un lavoro come nel caso del napoletano che fa da basista per il colpo al deposito o di Renzo che ogni giorno è tentato di lasciare la malavita e di andare a fare il meccanico, ma che poi si lascia trascinare dall’inerzia. Dunque la ricca e cruda pittura sociale di una società povera e affamata, in balia dei “liberatori” per avere sigarette e sapone, non porta a una assoluzione generalizzata di chi ha scelto la via del crimine ma semplicemente offre un quadro completo e schietto di un contesto in cui delinquere resta la via più facile, la scorciatoia verso l’ambito benessere anche quando esso costa la vendita quotidiana del proprio corpo e dignità ".

Tombolo (Paradiso nero) (1947)

 

Regia: Giorgio Ferroni

 

La Trama: Andrea (Aldo Fabrizi), ex vicebrigadiere di Polizia, trova lavoro come custode in un magazzino di merci americane a Livorno. Sua moglie è morta durante un bombardamento e la sua unica figlia risulta dispersa. Un giorno, sul camion che porta le ragazze alla famigerata pineta di Tombolo, dove si prostituiscono, gli sembra di vedere proprio sua figlia. Andrea inizia così una ricerca disperata e riesce a scoprire che la figlia è una delle vittime di un poco di buono che fa soldi con piccoli furti e lo sfruttamento della prostituzione. Senza accorgersene, Andrea diventa il bersaglio di questo poco di buono e una sera il magazzino dove lavora viene rapinato. In accordo con la polizia Andrea si infiltra nella banda e riusce così a far catturare tutti; ferito a morte implora il commissario a non arrestare la figlia, ormai decisa a tornare sulla retta via.

 

 

 

 

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