Neorealismo e dintorni

 

Locandina 33x70

 

 

 

 

 

 

 

 

L'eroe della strada (1948)

Regia: Carlo Borghezio

 

La trama: Felice, un povero diavolo subisce ogni maltrattamento: è accusato di furto e si salva solo grazie all'intervento di Gaetano, un simpatico lestofante che, spacciandosi per partigiano, intimidisce i giudici. Trovato lavoro in un calzaturificio, per sfuggire alle persecuzioni dei compagni, si finge un sovversivo e ciò lo porterà in prigione. Scontata la pena per sbarcare il lunario si mette a suonare per le strade un organetto; ma lo strumento suona solo canzonette fasciste e Felice rischia il linciaggio. Ancora una volta è Gaetano che lo salva.

 

L'eroe della strada, insieme a Come persi la guerra (1947) e Come scopersi l'America (1950) rappresentano uno dei pochi tentativi di commedia neorealistica dell'immediato dopoguerra. I film, realizzati da Carlo Borghezio, affrontano temi, in quegli anni, d'attualità cari alla poetica neorealista: i rapporti con le truppe di liberazione e la borsa nera, il contrasto tra le recenti conquiste civili e i problemi di ordine sociali ancora irrisolti. Erminio Macario ne costituisce il personaggio centrale, l'italiano medio che si arrangia e che ostenta furbizia ma che è vittima predestinata di tutti gli altri. La maschera comica e stralunata dall'attore ha probabilmente distolto la critica del tempo dal cogliere ciò che questa "trilogia" stava rappresentando: un fedele documento della società italiana del dopoguerra.