Le Donne del Cinema Italiano

La viaccia (1961)

 

Regia: Mauro Bolognini

 

 

 

Locandina 33x70

 

 

 

 

Foto 50x70

 

La Trama: Amerigo Monti, figlio di Stefano, alla morte del nonno si trasferisce dal podere di famiglia, 'La Viaccia', a Firenze per lavorare nella bottega dello zio Nando. In una casa chiusa conosce Bianca; si invaghisce di lei e per poterla frequentare sottrae dei quattrini dal negozio dello zio che, accortosene, lo caccia via da casa. Il ragazzo torna alla Viaccia ma il padre, venuto a conoscenza della cosa, lo scaccia via; il giovane tornato a Firenze continua a frequentare stabilmente Bianca finchè la tenutaria della casa gli affida l'incarico di proteggere le sue ragazze. Il legame con Bianca gli è però fatale: geloso di un assiduo cliente della ragazza, durante un litigio viene accoltellato. Ricoverato in ospedale, ferito gravemente, fugge per andare a trovare la sua donna; gli dicono che è partita e ad Amerigo, morente, non resta che ritornare alla Viaccia.


Recensioni:
"Il film trae ispirazione da un episodio del romanzo 'L'eredità' di Pratesi che si svolge alla fine dell'Ottocento. Una estrema cura, che raggiunge talora la raffinatezza è stata messa nella ricostruzione ambientale, come nella fotografia, ricca di morbide sfumature. Manca però un approfondimento psicologico dei personaggi e una compiuta linearità del racconto che si svolge a tratti nella pur efficace descrizione della vita dura, avara e disperata dei contadini, mentre si attarda altre volte sulle vicende sentimentali del protagonista, con accenni a situazioni inserite senza una precisa necessità. Dignitosa è la recitazione che si avvale di un piacevole accento toscano, e assai funzionale la musica. Nel complesso non si può misconoscere l'impegno del regista nel tentativo di narrare una suggestiva vicenda, che però troppo sovente si risolve in un freddo estetismo" [Segnalazioni cinematografiche, vol. 50, 1961].


"Elegante, per non dire raffinato, melodramma social-sentimentale in bianco e nero di Mauro Bolognini, sceneggiato fra gli altri da Vasco Pratolini, che ci mostra una Firenze lontana dalle cartoline illustrate. L'ardore dei due protagonisti ravviva una storia che rischia continuamente di afflosciarsi per mancanza di pathos. La Cardinale è così bella da sembrare finta" [Massimo Bertarelli, Il Giornale, 24 giugno 2000]